Sanità

MK Onlus ha vaccinato contro la meningite quasi mezzo milione di giovani da 1 a 30 anni.

 

MK Onlus ha visitato e donato occhiali ad oltre 10.000 persone in collaborazione con “ONE SIGHT ITALIA.

 

MK Onlus ha creato il Padiglione di pneumologia ed allergologia nell’unico Ospedale Pediatrico  di Ouagadougou e sta organizzando uno screening dell’asma infantile.

 

STRUTTURA OPERATIVA SANITA' >>>

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Inutile nasconderlo: il virus Ebola continua a far paura, anche in Burkina Faso. Per questo gli amici Lions burkinabè hanno scelto di intervenire con l'operazione “Tous debout contre Ebola”, offrendo a ministero della Salute materiale per la prevenzione del virus.

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I Lions hanno quindi donato soluzioni lavamani e battericide, nonché oltre 50mila volantini che i giovani Leo hanno prontamente distribuito nell'intera Ouaga. A questa prima fase della campagna hanno subito risposto i club Ouagadougou Karité, Ouagadougou Kanu, Ouagadougou Alliance e Ouagadougou Crystal.

“Ebola non è arrivato in Burkina – commenta Amedé Prosper Djiguemdé, segretario generale del ministero della Salute – perciò speriamo che la campagna di informazione aiuti a scongiurare questo rischio”

Leggi l'articolo completo (in francese) su fasozine

ConsegnaOcchialiUsati2014 1 598x800Occhiali per grandi e piccoli grazie all’attività medico oculistica di MK Onlus in Burkina: la raccolta occhiali usati che da anni i Lions club realizzano sull’intero territorio nazionale va infatti anche a sostegno delle popolazioni africane. Nella missione di novembre 2013 è stato il nostro medico oculista e volontario di Mk Salvatore Masia a visitare bambini e adulti e censire quali siano le necessità per chi ha problemi di vista.

 

L’elenco completo delle lenti necessarie è così stato inoltrato al magazzino che i Lions hanno allestito a Chivasso, dove sono stati raccolti gli occhiali necessari, ciascuno abbinato a un cittadino burkinabè.

 

 

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Durante la missione di marzo 2014 i volontari Mk hanno consegnato gli occhiali a Moussa Bouda, presidente lions di circoscrizione di Koudougou e alla responsabile della pouponnière di Anadji di Koudougou, che ne sono stati entusiasti.

 

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Sull’attività medico oculistica in Burkina puoi leggere anche quello che è stato fatto nel 2013 all’orfanotrofio di Anadji e al centro don Orione.

Una buona pianificazione prima della partenza permette di ottimizzare il tempo trascorso in missione. Niente viene lasciato al caso: prima di partire i volontari MK consultano il personale accreditato in zona per stabilire in quali sedi recarsi e come intervenire. Il rapporto costruito negli anni con i referenti locali permette quindi un intervento più mirato e tempestivo nelle situazioni più disagiate, evitando di disperdere tempo e energie. I componenti della missione, quindi, conoscono già al momento della partenza la situazione dei villaggi per cui sono programmati gli interventi.

“A marzo 2014 – raccontano i medici Schirinzi e Garzia - già prima di partire avevamo analizzato malattie e disagi più comuni nel villaggio di Pendissì, a circa 25 km da Ouaga, e nel villaggio di Tatirì verso il territorio di Saboù, in piena savana. Qui, per esempio, MK ha  realizzato un pozzo che ha sicuramente migliorato la situazione igienico-sanitaria della popolazione, ma la scuola primaria che ospita circa ottanta bambini non è provvista né di un tetto né di un pavimento, ma solo terra battuta e per pareti una specie di sostegno di paglia intrecciata”.

I medici in quell’occasione hanno provveduto fin dalla partenza anche ad alcuni servizi per il quartiere in cui alloggiavano, a Tampouy, nel centro dell'Immaculè Conception. A questo centro afferiscono scuole primarie, un’Aspirat (seminario femminile), le suore dell'Immacolata, il personale del centro ossia cuoche, segretarie, inservienti. Molte mamme con bambini, inoltre, cercano assistenza quotidianamente in quella sede.

Per questo è stato preventivato un intervento sanitario anche in quei locali: è stato garantito a tutti gli adulti un elettrocardiogramma con visita cardiologica in un piccolo “ambulatorio” allestito all’uopo con un lettino medico acquistato grazie a una serata di beneficenza del Club Lions di Casarano,  una tavola ottometrica, una bilancia pesa persone, una borsa termica “glacier” per trasportare nei villaggi gli integratori alimentari e le vitamine e alcuni contenitori per preparare le bevande medicinali (latte e succhi vitaminizzati per tutti i bambini).

Mk lettino

 

“Abbiamo quindi organizzato ogni giornata – continuano i medici volontari – sfruttando le ore del mattino per le visite nelle scuole dei villaggi e il pomeriggio, poiché il tramonto è sempre verso le 18.30, per le visite in ambulatorio. In totale sono state visitate circa 500 persone, ossia 200 bambini nei villaggi, 200 ragazze del liceo e 100 adulti tra suore ed operai del centro religioso. Sono stati trascritti su quaderni tutti i nomi dei soggetti visitati, l'età, il peso, l’anamnesi degli adulti e le patologie riscontrate. A tutti i bambini sono state somministrate, a giorni alterni, le vitamine contro l' anemia e la cattiva alimentazione.

Grazie alla generosità di alcuni farmacisti di Lecce, Supersano e Casarano, nonché di alcuni pediatri e medici di medicina generale, MK ha potuto portare dall’Italia pomate antibiotiche, farmaci antiinfiammatori contro l'otite, contro l'arrossamento della gola causato da polvere e vento, farmaci ad uso cardiologico, antibiotici, antipiretici, antidiarroici, disinfettanti sia per uso orale sia per la disinfezione delle mani, presidi medici come garze e bende sterili, cerotti, guanti.


L’equipe medica ha inoltre fatto visita a un orfanotrofio a 230 km da Ouagadougou, fondato da Shalom Italia e condotto dalle suore dello stesso ordine dell' Immacolata. Sono state proprio le suore a richiedere zucchero, riso, patate, frutta, pane e tanto sapone per lavare i bambini (40 tra neonati, divezzi e piccoli tra i 3 e i 6 anni).

“Benchè la struttura sia idonea – racconta Schirinzi - necessita comunque di assistenza continua. Al momento della missione, per esempio, era in atto un'epidemia piuttosto aggressiva di varicella che colpiva il 50% dei bambini, soprattutto i più grandicelli. Abbiamo visitato i bambini e consegnato paracetamolo, antibiotici e vitamine”.

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Il nostro lavoro medico si è svolto per la massima parte a Toecè, dove siamo stati assistiti dal Major Maurice (che parla francese e inglese) e l'infermiere Daniel, che si occupa dei malati di lebbra, con cui è stato molto utile lavorare insieme e confrontarsi sulle varie patologie che loro diagnosticano tra la popolazione. Abbiamo lavorato mattina e pomeriggio, visitando più di 200 pazienti (quasi tutti trascritti nel registro infermieristico),di cui 20 affetti da lebbra, visitati nell'annesso lebbrosario per le complicanze della patologia principale. I farmaci portati sono stati molto graditi, sia perché molte patologie legate a infezioni delle alte e basse vie aeree  necessitavano di terapia antibiotica, sia perché è stato possibile consegnare direttamente i farmaci ai pazienti più indigenti. A lato della malaria endemica, c’è purtroppo un numero molto alto di pazienti affetti da ipertensione arteriosa, nonché dalle consuete patologie intestinali (elmintiasi, coprostasi) per scarsissima igiene e abitudini alimentari.

Nel corso della settimana ci sono stati alcuni parti (senza complicazioni per madri e neonati) e un ricovero legato a patologia tifoidea, curato con farmaci e dimesso rapidamente. Gli altri ricoveri erano "day-hospital" per terapia endovenosa per disidratazione (gastroenteriti) senza particolari problemi. Abbiamo effettuato elettrocardiogrammi in pazienti a rischio e insegnato al Major l'uso della strumentazione elettrocardiografica. Abbiamo inoltre spesato accertamenti specialistici ad adulti e bambini che presentavano patologie complesse. Il centro sanitario di Toecè è ben organizzato e gestito da personale infermieristico che si occupa anche del Cren e del centro di ostetricia. Ci è stato detto che in futuro vi sarà una figura medica permanente in loco. Necessitano invece di visite oculistiche, per cui selezionare i pazienti da curare o da operare di cataratta. Ci viene richiesto l'invio di medicinali (antibiotici, antimicotici e relative pomate, gastroprotettori, antidolorifici-antinfiammatori), vestiario e calzature. I protocolli per malaria, lebbra e HIV si confermano in uso, somministrati con le metodiche già note agli infermieri.

 

Cinzia Cosimi - medico chirurgo

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Buone prassi igieniche, necessità di accesso ad acqua pulita, visite mediche a bambini e adulti e correzioni del regime alimentare: il nostro medico volontario Leda Schirinzi ha riunito in un’utile presentazione quanto ha rilevato durante la missione di marzo 2014.

 

Basta quindi una sfogliata al pdf per rendersi conto di quanto è stato fatto, quali criticità sono state riscontrate e cosa serve implementare.

Interessante il confronto con la missione svolta nel 2012.

 

Grazie Leda!

ospedale1Presso l'Ospedale di Koudougou e presso l'Ospedale Paul VI, ho avuto modo di collaborare con il dottor Some e con il dottor Ilboudo. Durante la permanenza in questi ospedali, ho potuto, ahimè, mettere in evidenza le gravi carenze igienico-sanitarie che rappresentano un potenziale pericolo di diffusione di gravi malattie infettive: Hiv, HbsAg, Hcv.

Modificare l'approccio al paziente, in questi ospedali, è impresa estremamente ardua, a cui forse solo il Ministero della Sanità del Burkina Faso potrebbe porre rimedio impartendo direttive adeguate agli standard europei. Tutti i pazienti che afferiscono alle strutture sanitarie, per essere sottoposti a visita e a terapia, devono pagare un ticket e comprare farmaci e presidi per le cure. La spesa, a totale carico dei pazienti, fa sì che afferiscano in queste strutture sanitarie i bisognosi che comunque hanno una certa possibilità economica. Per i burkinabé , dove la rendita economica pro-capite  è al di sotto  della soglia di povertà, il pagamento di questa quota-ticket per visita e presidi crea una "selezione naturale".

Per questo credo sarebbe utile organizzare missioni mediche itineranti con auto medicalizzate, che possano recarsi presso i villaggi più poveri e distanti dalle strutture sanitarie per effettuare, previ accordi con il capo villaggio, visite mediche e screening in loco che permettano di intervenire in maniera più razionale nel selezionare i pazienti da ospedalizzare ed, eventualmente, aiutare anche economicamente. Inoltre credo sarebbe opportuno intervenire nei Dispensary, gestiti nel territorio da solo personale infermieristico, per istruire  e creare le basi razionali igienico-sanitarie all'approccio ai bisognosi.


Gaspare Marinello - medico chirurgo

Ospedale come centro di riferimento di un territorio esteso e variegato, con pazienti di ogni entà e patologie dalle diverse entità: il nostro medico volontraio Marinella Pettener ci racconta la sua attività, dal 3 marzo all’ 11 marzo 2014, a Nanoro  presso l’ Ospedale S. Camille, gestito da frati camilliani.

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“A Nanoro durante l’anno sono presenti molti medici italiani, tanto che nel villaggio i bambini salutano i bianchi in italiano. Il villaggio è molto piccolo e povero, ma le persone sono più abituate agli stranieri. Vi sono molte scuole private, gestite da religiosi, in cui studiano ed alloggiano ragazzi provenienti da molte parti del Burkina Faso. La più quotata è una scuola superiore di agricoltura, dotata di vasti campi con diverse coltivazioni. C’è un centro di ricerca sull’Aids in cui lavora una laureata tedesca stanziale.


L’ospedale è attiguo al convento e agli alloggi per i medici. Molto conosciuto in Burkina Faso,  arrivano non solo pazienti della zona ma da tutto il Paese. Ha come suo riferimento gli ospedali di Ouagadougou, dove sono inviati casi non risolvibili in loco, e la radiologia della capitale, unica sede dove è disponibile la Tac. Nonostante ciò arrivano spesso in consulenza pazienti provenienti dalla capitale, già visti da specialisti.


L’ospedale è molto grande, pulito e ben organizzato. Vicino all’ingresso sono situati chiesa, obitorio, parcheggio, cassa e farmacia.  Al mattino alla cassa ci sono file che arrivano a un centinaio di persone. Ci sono i padiglioni delle consulenze mediche e infermieristiche, le degenze mediche, la pediatria, il Cren, la radiologia, le degenze ortopediche, le degenze chirurgiche, le sale operatorie, la maternità, il laboratorio.


Sotto grandi tettoie del parcheggio all’ingresso o davanti ai padiglioni delle degenze stazionano anche per molti giorni decine di persone. In parte sono pazienti che attendono consulenze e che abitano in villaggi anche molto distanti: arrivano ad aspettare anche tre giorni per avere una visita medica, di più per consulenze specialistiche o per essere inseriti nelle liste delle programmazioni chirurgiche, che vengono redatte  settimanalmente. Ogni paziente ospedalizzato ha inoltre il suo “aiutante”, spesso donne con bambini piccoli, che provvedono a tutte le necessità del paziente, dal cibo all’acquisto dei farmaci prescritti giornalmente presso la farmacia. Tutte queste persone usufruiscono di servizi igienici comuni ed acquistano il cibo e le bevande in piccoli chioschi fuori dall’ospedale o al mercato, che si svolge ogni tre giorni.


Le patologie da affrontare


Il lavoro in medicina è molto interessante, perché, essendo un ospedale di riferimento, in consulenza arrivano casi clinici non routinari ma piuttosto complessi. In ricovero prevalgono scompensi cardiaci ed epatici, neoplasie terminali, febbri e patologie respiratorie gravi, spesso sovrapposte a Tbc. C’è un’ampia casistica di ipertensione arteriosa, per cui esistono pochi farmaci piuttosto vecchi e costosi, che spesso i pazienti smettono o usano in maniera intermittente.

Molti sono i pazienti con insufficienza renale, ma è difficile identificarne le cause e trattarla. Il diabete è praticamente una malattia incurabile perché pochi possono permettersi i pochi antidiabetici orali disponibili. Se necessitano insulina è impossibile curarsi: l’insulina è costosa, si trova solo nelle grandi città, le persone non hanno il frigo per conservarla e dovrebbero acquistare ogni giorno almeno tre siringhe. I farmaci a disposizione in ospedale sono limitati e piuttosto vecchi. Il laboratorio e la radiologia sono sempre a disposizione, ma  le radiografie sono senza referto.


Reparti, laboratori e servizi

La pediatria ha una convenzione triennale con l’Università di Firenze: vengono inviati gli specializzandi in pediatria, su base volontaria, che si fermano per quattro mesi e assicurano continuità alla loro presenza. I ricoveri sono per lo più motivati da casi gravi di malaria che richiedono trasfusioni, casi gravi di malnutrizione, malattie infettive, osteomieliti, ma anche morsi di serpenti velenosi. E’ a disposizione un letto di “rianimazione” per i casi che necessitano di ossigeno.


 L’attiguo Cren è indipendente dalla pediatria. Qui il latte prima età per i neonati di mamme senza latte non si trova e  si supplisce con una miscela standardizzata di latte di mucca, acqua, zucchero, olio e polivitaminici.


Il laboratorio è gestito da un anziano prete italiano, Padre Pietro, in Burkina Faso da 40 anni e con una grande esperienza in medicina tropicale. Al laboratorio fanno capo le trasfusioni, ma ci sono protocolli molto rigidi per concederle, vista la grande carenza di sangue. Gli esami che si possono richiedere sono abbastanza completi.


La radiologia provvede con un tecnico a radiografie di torace e scheletro, ma il tecnico non è in grado di refertare. Due volte alla settimana viene il radiologo, che si dedica prevalentemente alle  ecografie, che referta in modo esaustivo con grande attenzione ai dettagli. L’ambulatorio Aids è gestito da un medico italiano stanziale. Ogni giorno è presente il dentista, mentre il medico ginecologo viene per le consulenze e le ecografie una volta alla settimana.
Anestesie, cesarei  ed interventi chirurgici ed ortopedici di routine o d’urgenza vengono eseguiti da infermieri specializzati, quasi tutti religiosi camilliani, con grande competenza. L’ortopedico italiano viene una volta all’anno già da 9 anni ed esegue per lo più protesi d’anca, portandosi il materiale dall’Italia.


L’organizzazione medico-infermieristica


 La medicina è organizzata con un medico referente distrettuale,  presente di solito una o due volte alla settimana, che  fa da riferimento e si occupa di formazione. Ci sono tre medici, Suor Marie Groleau con cui ho lavorato in passato a Sabou, e due giovani  medici locali stagisti, che hanno contratti triennali. I tre medici si alternano secondo uno schema settimanale in degenza o negli ambulatori. Negli ambulatori le prime visite si fanno al mattino e nel pomeriggio i pazienti portano radiografie ed esami richiesti al mattino e che di solito eseguono subito. I medici locali si attengono strettamente alle disposizioni di lavoro e se non riescono a vedere tutti i pazienti nuovi  in mattinata li lasciano per i giorni successivi. Con Suor Marie siamo riuscite a smaltire tutti i pazienti che si erano accumulati lavorando anche i pomeriggi tutti i giorni.

Il medico di guardia è disponibile per le urgenze giorno e notte e ruota ogni settimana. Durante la mia presenza Suor Marie era di guardia, abbiamo lavorato  sabato e domenica e  ci sono state alcune urgenze notturne. L’affiancamento le è stato utile per avere aggiornamenti su farmaci e linee guida europee. Il lavoro potrebbe essere migliorato se fosse aiutata in ambulatorio da un infermiere che traduce dal morè al francese. La maggior parte delle persone si esprime solo in morè.
Il personale infermieristico usa gli stessi protocolli del resto dei centri. L’afflusso dei pazienti è effettivamente superiore rispetto a dispensari periferici e continuo tutti i giorni della settimana”.


Marinella Pettener - medico nefrologo

 BimboOculista"Dal 17 al 22 novembre 2013due squadre hanno operato congiuntamente al Don Orione e si sono dedicate quasi esclusivamente all’attività chirurgica, effettuando 26 interventi: 20 cataratte (con impianto di cristallino artificiale), 1 glaucoma, 4 pterigi e 1 neoformazione palpebrale.

La sala operatoria e gli ambulatori del Don Orione sono ben dotati di apparecchi moderni forniti dalla “Need you onlus”, che si è fatta carico, anche in questa occasione, di acquistare materiale di consumo quali cristallini artificiali, sostanze viscoelastiche, aghi, cannule e altro trasportati a Ouaga direttamente da noi operatori.

A Koudougou abbiamo effettuato 200 visite oculistiche presso l’orfanotrofio di Anadji, visitando gli orfani (ospiti fissi) gli alunni delle scuole primarie e il personale dell’orfanotrofio.

Le visite sono state effettuate grazie a moderni apparecchi portatili con i quali si è organizzato un completo e moderno ambulatorio oculistico. Oltre a una dotazione di farmaci vari, di colliri e pomate oftalmiche, gli stessi operatori hanno messo a disposizione gli strumenti: lampada a fessura, autorefrattometro, tonometro, schiascopio a striscia, oftalmometro, ottotipo per lontano e per vicino, cassetta lenti di prova".

 

Salvatore Masia - Medico oculista

Serve davvero fare affiancamento nelle strutture sanitarie? Il nostro medico volontario Marinella Pettener ci racconta la sua esperienza a Sabou, presso il Centro medico Maximilian Kolbe, dove ha prestato servizio dal 23 febbraio al 2 marzo 2014.


Pettener“Al centro medico Kolbe di Sabou, gestito da frati francescani, abbiamo consegnato materiale dentistico e farmaci antiinfiammatori/antidolorifici richiesti dal responsabile, oltre  a sfigmomanometri, fonendoscopi, pilette, disinfettanti, materiale per medicazioni, guanti monouso. L’affiancamento e la visita medica degli ospedalizzati con gli infermieri è piuttosto utile: sono molto curiosi, fanno domande su terapia fuori dai protocolli, diagnostica ed esami di laboratorio.


L’afflusso al centro, rispetto agli scorsi anni, è aumentato parecchio, e anche le disponibilità economiche degli utenti, complice una buona annata per raccolti e bestiame, sembra incrementata. Sabou inoltre si sta espandendo demograficamente e ci sono molte nuove costruzioni. La struttura è dotata di farmacia, dove si trovano farmaci generici e specialità. I farmaci in loco costano molto meno che in Italia, perciò merita portare ciò che ci richiedono perché o non si trova o i costi sono superiori ai nostri.


Il laboratorio lavora ogni mattina da lunedì a venerdì, ma gli esami che si possono eseguire sono limitati. Altri esami di routine vengono effettuati presso l’Ospedale di Koudougou. Lo studio dentistico lavora un giorno per settimana, normalmente il sabato.


Grazie a un contributo di solidarietà è stato costruito il padiglione maternità, struttura molto moderna, dotato di sala parto, sala travaglio, degenze e piccola sala operatoria per le urgenze, ma purtroppo la struttura non è funzionante per mancanza di ostetrica responsabile. Il Governo si è impegnato ad inviare il personale specializzato, ma ancora non è previsto l’arrivo.


Il Cren funziona bene, anche se con le limitazioni legate ai protocolli terapeutici (troppi farmaci e troppi antibiotici). E’ disponibile sia il latte F75 che il latte F100. Nei casi necessari viene fornito il latte in polvere prima età, (gratuito per gli orfani ed i bimbi abbandonati) e il personale istruisce le mamme all’uso ed alle diluizioni corrette. Non viene usato il biberon non per i costi ma per resistenze culturali, pertanto anche neonati di pochi giorni vengono alimentati con il cucchiaino".

Marinella Pettener - medico nefrologo

 

   Nell’anno in corso, nel mese di gennaio, si è effettuata in Burkina Faso una missione medica complessa ed articolata su più fronti. Una parte è stata condotta dalla dott.ssa Leda Schirinzi, igienista, che, con l’aiuto e supporto di un collega ha svolto la consueta opera di indottrinamento sanitario in due scuole primarie dei villaggi di Tangzougou e Pegassi, situati nella Regione del Centro.
Ella ha condotto, anche tramite supporto audiovisivo, una campagna di educazione sanitaria rivolta in particolare all’igiene della persona ed alla prevenzione delle malattie trasmissibili. Ha inoltre effettuato una visita medico scolastica a tutti gli alunni. Ha poi provveduto alla distribuzione di farmaci, integratori alimentari e vestiario,
recando sollievo alla condizione di estrema indigenza della popolazione.
La seconda missione è stata svolta dalla dott.ssa Marinella Pettener, medico della famiglia, la quale si è recata nel centro medico di Sabou ove ha provveduto ad esperire visite mediche particolarmente rivolte alla popolazione nella misura di 20/30 al giorno; si è poi recata nel CSPS di Toecé ove ha prestato assistenza sanitaria diretta e come supporto alle figure professionali degli infermieri che già sono in essere.
Toécé Dal punto di vista sanitario è un CSPS – Centro di Salute Pubblica e Sociale – che dipende dal Distretto Sanitario di Kombissiri, dotato di dispensario, CREN,
maternità, piccolo ricovero e Centro per malati di lebbra.
Al CSPS di Toécé si rivolgono 7.575 abitanti.
Nella maternità di Toécé hanno luogo da un minimo di 30 ad un massimo di 100 parti al mese. Nel Cren vengono ricoverati con le loro mamme mensilmente vari bambini, con una degenza media di un mese.
MK Onlus intende adottare questo Centro, dotandolo del materiale sanitario indispensabile e qui si svolgeranno ogni anno le missioni di alcuni nostri medici.
Si prospetta l’esecuzione di una missione medica da effettuarsi nel mese di Novembre, preferibilmente nella prima quindicina, da porre in essere presso il centro di riabilitazione Don Orione di Ouagadougou.

Tale missione potrebbe avere una anima trina: esecuzione di interventi chirurgici oculistici particolarmente mirati alla cataratta, esecuzione di visite specialistiche oculistiche, con eventuale (se combiniamo la collaborazione con Baitone degli occhiali usati) distribuzione di occhiali, e contestualmente visite mediche generiche su mamme e bambini.
I medici disponibili sono la dott.ssa Cinzia Cosimi – medico della famiglia - ed il pediatra Stefano Camurri Piloni. Per gli oculisti siamo alla ricerca della persona adatta
che possa contestualmente coprire sia il versante medico che quello chirurgico con conseguente risparmio di denaro ed ottimizzazione delle risorse umane.
Successivamente a questa missione, sempre nel Centro Don Orione di Ouagadougou, avranno luogo una missione fisiatrica condotta dalla dott.ssa Antonella Eskenazy e dalla fisioterapista Jurich Katiça ed una missione di chirurgia oftalmologica condotta dal dott. Salvatore Masia e dalla dott.ssa Simonetta De Montis.

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