Acqua

La salute dei bambini inizia dall'acqua potabile.

 

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Il nostro intervento, mirato su 10 province e 52 villaggi, attualmente ha ormai completato la fornitura di acqua potabile con la costruzione di 42 pozzi affidati alla gestione del “Comitato Donne” di ciascun villaggio.


L’Associazione Lions Acqua per la Vita – onlus ha collaborato con MK ONLUS per la costruzione di pozzi e impianti idrici in Burkina Faso. Questa collaborazione ha portato alla costruzione di 9 pozzi.

 

Elenco dei pozzi costruiti in Burkina Faso. Scarica l'elenco >>>

 

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Dopo undici anni di intensa attività umanitaria in Burkina Faso, Mk Onlus pianifica un'attenta analisi di risultati e criticità dei progetti avviati, in particolar modo riguardo all'impatto economico e sociosanitario sulla popolazione delle località servite dai pozzi costruiti finora.

Il metodo d'indagine scelto è quello della Marp, l'insieme di prassi conoscitive ideate per effettuare ricerche tra popolazioni rurali prevalentemente analfabete, su cui le tradizionali tecniche di sondaggio difficilmente potrebbero dare risultati efficaci e veritieri. Nello specifico, il progetto ha come scopo sociale primario l'analisi dell'andamento della "Lotta alla mortalità infantile" tramite il miglioramento della qualità della vita delle donne e dei bambini con la pratica dell'orticoltura nei villaggi in cui sono stati realizzati i pozzi con acqua potabile.

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A inizio novembre 2014 si sono riuniti a Forlì i volontari di Mk (nella foto) impegnati nella programmazione del progetto (Otello Tasselli, Giovanni Spaliviero, Raffaele Di Vito, Luciano Diversi, Claudio Cortesi, Francesca Galletti, Sauro Bovicelli): l'incontro è stato quindi occasione per definire non solo gli obiettivi di miglioramento della qualità della vita e la diminuzione della mortalità infantile, ma anche mezzi, tempi e budget.

Si è quindi ipotizzata la creazione di alcune borse di studio da destinare a professionisti e studenti dei settori tecnico/agronomo e medico-sanitario/statistico. Si parla quindi di un monitoraggio integrato, con diverse professionalità, per la verifica delle condizioni sanitarie e le attività di formazione tecnica. Gli assegnatari di borsa di studio, italiani o burkinabè, potranno quindi seguire una formazione specifica per poi diventare operativi sul territorio, divenendo anche referenti delle situazioni che si troveranno ad indagare.

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I volontari MK in missione a marzo 2014 hanno potuto vedere il nerè in fiore, scoprendone i mille usi che le popolazioni del Burkina fanno di questa pianta. Il frutto giallo di questa pianta gigante è ideale per creare piccoli dolcetti, mentre con i semini lavorati (soumbala) si può aromatizzare le pietanze, dando a salse e zuppe un gusto più saporito. le grandi corolle invece sono per i bimbi: risvoltandole diventano buffe cuffiette per creare pupazzi.

Due Onlus insieme per un nuovo pozzo - 1 --page-001I pozzi per dare acqua ai villaggi e il loro monitoraggio nel tempo non sono certo una novità per Mk Onlus. Nuovo è invece l'esperimento di provare a realizzare nel 2015 un intervento presso una scuola primaria dove, oltre al pozzo utile ai ragazzi ed al villaggio, sia anche previsto un programma di formazione con le mamme per realizzare un orto didattico, oltre ad un sostegno all’alfabetizzazione per i figli delle famiglie più bisognose.

Nel Distretto 108 A si sta avviando il primo progetto congiunto che prevede per gli amici Lions di “Acqua per la vita” la realizzazione del pozzo e per noi di MK Onlus il progetto integrato con l’intervento scolastico, sanitario e sociale in particolare per i bambini.

 

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C'era tutto il villaggio al completo all'incontro tra i volontari Mk, l'agronomo Albert Saudrè e Issaka Kaborè per scoprire insieme come sarà il nuovo orto di Napoughin: le donne del villaggio stanno utilizzando il vecchio orto come prova per quanto andranno a realizzare nel nuovo.

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Si tratta quindi di un "orto pilota" destinato alla formazione professionale delle donne impegnate nel progetto, realizzato su un territorio messo a disposizione dall'amministrazione locale con impianto di irrigazione "Goccia a goccia". Nel progetto sottoscritto dalle realtà italiane e burkinabè la pompa per l'acqua è alimentata tramite pannelli solari, una parte della produzione orticola è destinata al vicino orfanotrofio mentre per la produzione in eccedenza alle esigenze di alimentazione familiare locale viene organizzata una prima rete di vendita commerciale.

I volontari, nei giorni seguenti, hanno anche avuto modo di incontrare il segretario generale del ministero dell'Agricoltura e della sicurezza alimentare, accompagnati dal referente locale Issaka Tapsoba

L'agricoltura femminile è al centro della progettualità di Mk, tanto da farne uno dei pilastri della presenza di Mk a Expo 2015.

Ne parliamo da un po’ di tempo: è quindi ora di chiarirsi le idee su cosa sia Solwa, la serra solare che per le prima volta, nella missione dell’autunno 2014, andremo a installare in Burkina Faso.

SolWa, invenzione di Paolo Franceschetti,  altro non è che l’acronimo di SOLar Water, una nuova tecnologia che, tramite una sorta di “serra”, è in grado di dare luogo al processo di potabilizzazione dell’acqua attraverso l’energia solare.

 

SolWa

La serra misura 2,50 x 0,90 x 0,70 metri ed è pesante circa 140 kg. Attraverso il passaggio di stato, evaporazione e successiva condensazione, SolWa riesce a dividere gli inquinanti dall'acqua pura, rendendola così potabile.  Tutto il processo è completamente alimentato dalla radiazione solare e non richiede prodotti chimici o membrane, limitando quindi sensibilmente la manutenzione del sistema ed i costi di gestione.

SolWa si basa sulla conversione dei raggi solari in calore all'interno di una struttura isolata (serra solare), permettendo quindi ai raggi solari di irradiare l'acqua salina o inquinata e di portarla fino alla sua evaporazione. Il vapore viene fatto condensare e quindi raccolto come acqua bevibile e pura, mentre la soluzione satura dagli inquinanti iniziali, viene eliminata.

questo innovativo modulo solare è stato dichiarato dalle Nazioni Unite come una delle “Innovazioni per lo sviluppo dell’umanità”.

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L’obiettivo di revisione dei pozzi realizzati da Mk in Burkina Faso (controllo annuale del 20% delle strutture, per far sì che in cinque anni ogni pozzo venga revisionato) porta con sé anche un aspetto sociale: grazie alle tecniche Marp nella prossima missione di marzo 2013 sarà quindi possibile cogliere anche la percezione reale della popolazione mentre viene monitorato lo stato di manutenzione e utilizzo di ogni singolo pozzo. Ma cos’è questa Marp, acronimo di Metodo applicato di ricerca partecipativa?

 

Si tratta di un insieme di prassi conoscitive ideate per effettuare ricerche tra popolazioni rurali prevalentemente analfabete, su cui le tradizionali tecniche di sondaggio difficilmente potrebbero dare risultati efficaci e veritieri. Tramite questo tipo di indagine, effettuata segmentando il campione rappresentativo di ogni villaggio secondo variabili di età e genere (uomini, donne, giovani e anziani), possono emergere reali bisogni, contrasti e percezioni delle diverse fasce di popolazione. I dati empirici raccolti sono non solo la base del monitoraggio, da cui partire per nuove iniziative, ma sono loro stessi strumento per accrescere lo spirito di partecipazione di ogni membro della comunità.

 

L’iniziativa è inoltre occasione per formare alcuni giovani del villaggio nella gestione del gruppo e delle strutture che gli sono affidate, nell’ottica di sviluppo e crescita di una comunità integrata e consapevole.

DonneAlle donne, nei villaggi del Burkina, spettano davvero mille incombenze: la giornata inizia presto e si compone di lunghi spostamenti. Nella stagione secca si parte all’alba, prima che faccia troppo caldo, per andare a raccogliere la legna, da immagazzinare in vista della stagione umida.

Tornate al villaggio, per le donne è tempo di andare a prendere l’acqua: per raggiungere un pozzo di acqua potabile possono volerci anche 15 km di cammino. Le donne si spostano sempre in gruppo per chiacchierare e alleviare così la fatica dovuta a lavoro e calura.

Ogni donna deve coltivare quotidianamente il campo del marito insieme a lui e, in caso di poligamia, insieme alle altre mogli. Terminata questa incombenza, una donna può coltivare anche un suo appezzamento di terreno, magari per produrre generi destinati alla vendita come arachidi, semi di sesamo e burro di karitè. Questi prodotti possono essere venduti al mercato per ottenere denaro da spendere in beni non primari come monili o tessuti, ma la precedenza deve sempre essere data alle colture destinate all’alimentazione della famiglia. Il cibo per la nutrizione primaria va coltivato in proprio, è considerato disdicevole venderlo e tantopiù acquistarlo.

Terminata l’attività agricola, il miglio è da macinare: ancora un’incombenza che tocca a donne e bambine del villaggio. Le colture cerealicole si svolgono da maggio a dicembre, mentre da gennaio a aprile ci si può dedicare all’orto e alle coltivazioni ortofrutticole.

Solo nel giorno della festa (domenica per i cattolici, venerdì per i musulmani) non si va nei campi. I ruoli di uomini e donne si tramandano da secoli e non vengono in alcun modo messi in discussione.

 

MK ringrazia Jeanette Kuela per i suoi racconti sulla vita in BF

E' iniziata la costruzione di un impianto di serra solare "Solwa" per la potabilizzazione dell'acqua in collaborazione con il Lions Club Venezia Host,  Lions Club Ouagadougou Doyen, club che si sono gemellati.
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